Aprile 29, 2025

La foto raffigurante il film Conclave

Conclave, l’elezione e la nomina di un nuovo Papa, è un film diretto dal regista Edward Berger ispirato dal romanzo omonimo di Robert Harris. Il cast principale, di ottima fattura, include Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Lucian Msamati e un bravo Sergio Castellitto, oltre a Isabella Rossellini.  L’ambientazione è quella di un giallo, tranne che invece di dover scoprire un assassino o comunque un colpevole, qui occorre individuare il prossimo Papa.

La pellicola inizia con i Cardinali elettori, che dopo aver attraversato le vie di Roma, sono attorno al letto del Papa morto. Il corpo viene trasportato in una camera, la porta viene chiusa con una corda sigillata con ceralacca rossa con tanto di timbro. Ecco, questo è il primo passo che conduce al rito secolare (o procedura meccanica, a seconda delle interpretazioni) che continuerà nei giorni fino alla fumata bianca dell’habemus papam.  Tutto questo a confermare l’assioma  che ”di persone indispensabili sono pieni i cimiteri”! Incaricato di organizzare il Conclave che nominerà il prossimo Papa è il decano del Collegio dei Cardinali, Lawrence (Ralph Fiennes). Il Cardinale accetta con riluttanza questo incarico, avrebbe voluto lasciare Roma perché attraversa una crisi personale che lui definisce “insonnia spirituale”, ma il Papa glielo aveva negato.

Il film si dipana con i Cardinali “sequestrati” in questo luogo claustrofobico mentre tra i partecipanti si vengono a creare una serie di fazioni. Il cardinale Bellini (Stanley Tucci) rappresenta la fazione progressista della Chiesa, il cardinale Tedesco (Sergio Castellitto) è un tradizionalista conservatore, il cardinale Adeyemi (Lucian Msamati) è un conservatore sociale che rappresenta una visione ormai obsoleta del mondo, mentre il cardinale Tremblay (John Lithgow) è il preferito dei moderati. A questi si aggiunge un outsider, il Cardinale Benitez, aggregatosi inaspettatamente all’ultimo momento.

I Cardinali scandiscono la loro giornata in incontri furtivi e cauti, parole appena sussurrate per trovare accordi e avere la meglio sulle altre fazioni. Si studiano tra una votazione andata a vuoto e l’altra, mentre negli intervalli scorrono sui loro telefonini, fanno la pausa sigaretta e discutono del futuro della Chiesa vicino alla macchina dell’espresso. Insomma, ogni rito comporta una spiritualità, ma osservare con la lente d’ingrandimento è la maniera migliore per togliere valore a ciò che si voleva nobilitare.  Il thriller procede piacevolmente con alcuni colpi di scena che si inseriscono nello scontro dei punti di vista dei porporati. Resta comunque la sensazione che nella storia secolare del Conclave   le macchinazioni fossero anche più cruente, cioè non ci si scandalizza. La pellicola è una lezione sulla successione al potere dietro la pompa magna di abiti ornamentali, ombrelli bianchi e tempi scanditi lentamente e cerca di mostrare come si fanno le cose in politica. Insomma, vizi privati e pubbliche virtù.  Le fazioni che si scontrano, i giochi di potere e gli intrighi fanno parte della storia di questa istituzione, anzi, probabilmente nei secoli scorsi quelle mura  e quelle colonne hanno visto anche di peggio.

Ora mi fermo qui nel racconto per non spoilerare.

Il film che oscilla tra strategia e ideologia è piacevole, ma per quel che mi riguarda in alcuni punto l’ho trovato superficiale. Le motivazioni e il pensiero che causano la lotta interna tra i gruppi è rappresentata debolmente ed a tratti questa istituzione viene banalizzata. Per esempio, mettere in bocca al rappresentante del tradizionalismo cattolico come tema principale il fatto dei migranti che invadono l’Europa è semplicistico. Oppure nel sermone finale programmatico il Papa eletto afferma che la   Chiesa non è la tradizione, la Chiesa è il futuro… la guerra è cattiva … e occorre amare i peccatori… Tutto ciò dà la sensazione di aria fritta. Del resto,  è probabilmente frutto di una comprensibile scelta della produzione. Il target di questa pellicola da Oscar è un pubblico popolare, lo stesso che si nutre delle informazioni che offrono attualmente i media e i social.

L’ambientazione di Conclave è principalmente limitata a due edifici della Città del Vaticano, il convento dove soggiornano i prelati (discretamente funereo) e la Cappella Sistina (ricostruita quasi a grandezza naturale). Il regista pone molta attenzione alla fotografia e alla composizione visiva che riesce a trasmettere tensione drammatica.

Le due ore del thriller scorrono via piacevolmente. Ciò è dovuto ad un’ottima recitazione, tra cui spicca la prova magistrale di   Ralph Fiennes senza dimenticare Castellitto, che con una espressione ferina, pare saltare oltre i banchi a sbranare gli agnelli bisbiglianti.

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