
Chi ama la Spagna, i suoi paesaggi, i suoi colori, non dovrebbe trascurare Las Bardenas Reales. Il Parque Natural de las Bardenas è un ampio sito semidesertico che si trova a sud della Navarra, al confine con l’Aragona. Era da tempo che volevo vedere questo luogo così particolare e così diverso dai parchi naturali europei, soprattutto Las Bardenas Blanca, una distesa desertica che lascia molto spazio all’immaginazione. Ma andiamo con ordine.
TAPPA A TUDELA
A differenza delle altre volte sono venuto in Spagna in macchina; quindi, niente aero e auto a noleggio. Il viaggio ovviamente stancante è stato comunque tranquillo e la parte più impegnativa è il tratto autostradale che va da Savona a Marsiglia. Qui i continui saliscendi su frequenti semicurve richiedono una particolare attenzione per la notevole quantità di mezzi pesanti. Fatta tappa notturna a Figueres, al mattino imbocco l’autopista AP-2 che mi porta a Saragozza per poi entrare nella AP68, l’autostrada che va verso i paesi Baschi, che abbandono a Tudela (472 chilometri). Sono le due del pomeriggio e in macchina vado alla ricerca dell’edificio dove ho prenotato la camera. Fin da subito mi rendo conto che questa cittadina ha un passato secolare, testimoniato da vie strette e ghirigori pedonali vari, che misti al caldo, appena aperta la portiera danno una discreta sensazione da incubo.
GPS e parcheggio
Il viaggiatore moderno ha comunque il vantaggio di poter fare ricorso alla tecnologia e il Gps mi induce ad entrare in una via lunga e stretta che ad un tratto curva a gomito, passato il quale ci si trova davanti ad un muro. Il classico cul de sac non segnalato. Considerato che non si riuscirebbe mai a fare inversione, fare tutto in retromarcia senza chiamare in adunata tutti i santi, angeli, arcangeli, serafini e cherubini è impresa stoica mentre anziani tudelani sulle rispettive porte di casa osservano silenziosi. Comunque, tornato sulla retta via e imboccato un altro vicolo e scaricati i bagagli, la signora del posto mi indica un parcheggio tranquillo e gratuito che del resto usano anche gli abitanti di quel viottolo. Per chi arriva dall’ autostrada, per l’esattezza si trova tra la ferrovia ed il fiume Ebro, vicino agli impianti sportivi. Poi per raggiungere il centro basta percorrere 300 metri a piedi. Trascorso un pomeriggio di riposo vado in giro per le vie di questa piccola città che fino al dodicesimo secolo era stata dominata dagli arabi e poi, per la maggior parte dai re di Navarra. E’ ormai quasi il tramonto e la Cattedrale di Santa Maria con i suoi bei portali è ormai chiusa, me ne faccio una ragione considerando che spesso in Spagna le chiese mi colpiscono di più per gli esterni. Il luogo che più mi coinvolge è sicuramente la Plaza de los Fueros. All’ingresso della piazza c’è la Torre dell’orologio e ai lati due basse arcate. E’ a forma quadrata con i muri ai quattro lati che raffigurano scene della corrida, al centro c’è un palco ottagonale utilizzato alla sera per spettacoli ed attrazioni. Dopo il tramonto questo spazio ben illuminato con i suoi bar e ristoranti è un punto di ritrovo tipico degli abitanti del posto.
LAS BARDENAS DEL REY
Mi sveglio di buon’ora e dopo una sommaria colazione percorro i circa 20 chilometri che da Tudela portano verso l’inizio della stradina che va alla Bardenas Blancas. Ora è necessario distinguere las Bardenas Reales in tre parti, in base alla vegetazione prevalente. C’è una parte, El Plano, che è discretamente coltivata per lo più a secano (cioè non irrigata artificialmente) e la si può scorgere facilmente all’arrivo perché in pratica circonda le altre Bardenas e i prodotti che la terra offre sono cereali,stoppie,maggese e rosmarino. Las Bardenas Nigras è un altopiano che si trova a sudest ai confini con l’Aragona ricoperto di boschi di pini. In questo vasto parco esiste anche un poligono di tiro per aerei i quali periodicamente fanno esercitazioni di tiro sganciando bombe fasulle. Il fatto che ci sia una base militare è stato spesso contestato dalla popolazione, ma è inutile dire che ovviamente nulla è cambiato. Comunque il viaggiatore che si trova a passare da queste parti non deve temere, non gli cadrà sulla testa nessun ordigno.
Bardenas Blancas
La parte più suggestiva, proprio perché diversa dai panorami a cui siamo abituati, è la Bardenas Blancas. Il cuore di questo ampio Parco è completamente desertico con un terreno costituito da gesso e argilla. Qua e là si scorgono i cabezos, colonne naturali costituite per la maggior parte da argilla alla cui sommità ci sono blocchi più resistenti che proteggono le colonna dall’erosione degli agenti atmosferici. La loro altezza varia da pochi metri a una quarantina, e proprio la costituzione fragile di queste montagnole creano il sospetto che fra qualche decina di anni saranno molto meno. Il percorso sterrato di 34 chilometri è ad anello dalla quale si diramano qua e là zone di sosta e deviazioni che si possono fare a piedi. Fermo spesso la vettura e mi muovo in mezzo a questo paesaggio surreale dai colori bianchi, quasi accecanti, e ho la sensazione di essere in un western di Sergio Leone. Scorgo lontano una nuvola di polvere alzarsi e venire incontro, ma dopo pochi istanti mi rendo conto che non è Clint Eastwood a cavallo, ma una jeep che al parcheggio seguente constaterò essere guidata da un francese che probabilmente pensava di essere alla Parigi Dakar. I visitatori non sono tantissimi e ci si può muovere con un certo senso di pace.
Bandi e banditi
Pace che probabilmente non c’era nei secoli scorsi, perché, mi raccontava un abitante del luogo, las Bardenas Reales erano spesso il rifugio di gente messa al bando dai paesi della Navarra e Aragona o da ricercati dai cavalieri del Re. Tra l’altro, questo luogo arido era stato il rifugio del bandito Sancho de Rota che si nascondeva in una caverna scavata in una cabeza che abbandonava per fare le sue scorrerie. Oltre che essere una persona violenta e senza scrupoli costui probabilmente era anche pigro a tal punto da ignorare il lavoro in ogni sua forma. Si era fatto scavare un antro, operazione del resto abbastanza facile considerata la friabilità del terreno da due suoi scagnozzi che poi aveva ucciso per non fare conoscere il nascondiglio. Persona estremamente diffidente e sospettosa, pare avesse ferrato il cavallo con i ferri rovesciati per creare false tracce sui suoi spostamenti. Le sue continue scorrerie nel regno avevano irritato il re di Navarra che mandò centinaia di cavalieri a setacciare las Bardenas da cima a fondo, ma quando fu individuato il nascondiglio prima di essere catturato, Sancho ancora una volta optò per una scelta radicale: si suicidò. Vuoi per l’assonanza del nome, vuoi per ironia della sorte la cabeza che lo ospitava ora si chiama Casteldetierra. Questa è la storia o la leggenda che si racconta da queste parti. E, a proposito di storie e leggende, ora che sono quasi alla fine del mio giro ad anello si insinua dentro di me un senso di frustrazione, non ho visto neanche un avvoltoio. Pare un dettaglio, ma non è così. Non aver visto alcun serpente ci può stare, ma questo rapace di cui le guide testimoniano vorrei vederlo. Non vorrei sia la storia delle foche delle isole Araan. Le guide che avevo sbirciato prima di partire parlavano della presenza di questi rapaci, che avevano popolato le mie fantasie giovanili.
Ho appena abbandonato las Bardenas e con la vettura completamente avvolta dalla polvere sono diretto verso l’autostrada che mi porterà a Saragozza ed è qui che ne scorgo due solcare stancamente il cielo. Rifletto che è logico sia così, considerato che ormai non c’è molto da spazzolare alle Bardenas, non ci sono più cadaveri di banditi da disossare, per la sopravvivenza si può fare anche una capatina fuori porta. Strade e autostrade
Oltre al territorio estremamente variegato, un’altra caratteristica della Spagna è che guidare per le sue strade ed autostrade mi dà un grande senso di serenità. Appena fuori dalle città, se si escludono alcune zone della Catalogna il traffico è spesso scarso e diversi sono i momenti di solitudine impensabili sulle strade padane. Del resto, con una superficie di un terzo maggiore dell’Italia e 50 milioni di abitanti il rischio di affollamento è molto minore. Non solo, ma è anche minore la spesa, molte superstrade e autostrade sono gratuite.