Nata a Kórnik, nel 1923 Wisława Szymborska è considerata la più famosa poetessa polacca. Nel 1931 si trasferì a Cracovia , dove è stata a lungo redattrice della rivista “Vita letteraria” e lì è vissuta per tutta la vita. La prima opera che l’ha fatta conoscere a livello nazionale è stata “Appello allo Yeti”, da dove già emerge nel suo stile poetico una riflessione filosofica, priva di slanci retorici. Szymborska è stata insignita nel 1996 del Premio Nobel per la letteratura con la menzione “per la poesia che con ironica precisione permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti della realtà umana”.
Premio Nobel per la letteratura
Mi ricordo che, quando Wisława Szymborska vinse il premio Nobel per la letteratura, in tanti o quasi tutti si chiesero chi fosse. Era pressoché sconosciuta, al di fuori della Polonia. Fino ad allora aveva al suo attivo solo qualche pubblicazione in Germania e un libello in Italia. Naturalmente il fatto che fosse ignota, non limitò giudizi repentini sulla scelta dell’Accademia svedese. L’essere defilati, il non essere omologati nel mondo della grande editoria, irritava non solo le tasche degli editori, ma anche la morale (abbastanza flebile a dire la verità) di critici ed addetti vari. La presunzione ed il provincialismo diedero il meglio di se stessi tra i vari “E questa chi è?” dei critici ed “avrebbero dovuto darlo a Solzenicyn, che ha fatto delle scelte coraggiose”. Accozzaglia di pregiudizi istantanei mossi da critici intenti a curare il loro orticello con sguardi torvi verso chi sfugge al loro controllo. Mah… l’outsider, il nemico del burattinaio, da sempre. L’outsider è la variante sul tema che fa sempre piacere accogliere. All’epoca questo clamore sui giornali, ha avuto comunque l’effetto positivo di farmi conoscere le sue liriche. Mi è piaciuta fin da subito la leggerezza con cui esprime certi momenti della vita, la capacità di vedere le cose da angolazioni inaspettate. saper cogliere il paradosso dell’esistenza, vedere anche nella banalità un’essenza, scorgendo l’universale che c’è in essa. La tragicità della vita viene vista con disincanto, e l’ironia che l’accompagna fa sorgere un sorriso e tiene lontano dall’ autocommiserazione. Considerando la sua esistenza di poetessa l’insieme delle sue opere è relativamente limitato: meno di 350 poesie. Quando le è stato chiesto perché avesse pubblicato così poche poesie, ha risposto: “Ho un bidone della spazzatura a casa mia”.Szymborska morì nella sua casa di Cracovia nel 2012, all’età di 88 anni per cancro ai polmoni.
Gran parte delle poesie tradotte in italiano sono pubblicate dalla casa editrice Adelphi. (La gioia di scrivere. Tutte le poesie 1945-2009).